sabato 3 settembre 2011

Mino Moraldi: "Basta condoni nell'edilizia di Veroli"

Mino Moraldi vuole applicare la linea di Pierluigi bersani al Comune di Veroli: "basta condoni in edilizia». «Pierluigi Bersani ha affermato: “Ora il governo fa la faccia truce con gli evasori. Ma so già che dietro quella faccia truce c’è un altro condono. Adesso basta”, ed io sono perfettamente d’accordo con lui rovesciando questa linea sull’edilizia abusiva di Veroli». Questa è la tesi del consigliere comunale del PdL di Veroli, Mino Moraldi. «Chi avesse voluto, avrebbe avuto tutto il tempo necessario per regolarizzare la propria posizione ed invece ancora non lo ha fatto. In termini di numeri sto parlando della maggior parte dei cittadini che hanno compiuto irregolarità edilizie e che non hanno denunciato il malfatto in virtù di un ormai consolidato lassismo, che risponde alla teoria e alla pratica del “tanto non accade nulla”. Purtroppo, però, devo constatare amaramente che hanno avuto ragione». «Esorto l’amministrazione verolana a fare tutto il possibile per stanare tutti i cittadini che hanno commesso abusi, facendoli sanzionare e facendo loro sequestrare gli immobili abusivi dalle forze dell’ordine molto spesso assenti o di parte. Mettendo in pratica questa azione si raggiungeranno contemporaneamente due traguardi: si staneranno irregolarità e si farà fare cassa al nostro comune, proprio come sostiene il leader del Pd Bersani. Dunque a questo punto il sindaco Giuseppe D’Onorio può scegliere se percorrere la strada della morbidezza aspettando il condono e tutelando bacini di voti spesso non suoi andando contro il numero uno del suo partito, oppure seguire la strada politica del Pd e mettere in atto la linea dura magari scontentando qualche potentato che si ritrova a dover gestire spesso con amarezza e rimpianto politico». E in ultimo conclude il consigliere di centrodestra: «Al mio rientro dalle ferie farò del tutto per essere il primo a depositare le carte catastali dei miei beni, affinché vengano controllate, esortando tutti a farlo e cominciando proprio da chi amministra, dando così segno di trasparenza e fugando quell’aurea di dubbio che non può ammantare chi gestisce una città».

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