martedì 12 febbraio 2019

GLI STATUTI DI VEROLI (2) Il Dott. Paolo Scaccia Scarafoni laureato in Giurisprudenza

Quasi come una lezione magistrale, utile a coloro che iniziano a studiare in questo campo, divisa in due parti, quella del dottor Paolo Scaccia Scarafoni finalmente a Sora; studiosi che lui ospitava nella Biblioteca Giovardiana che ha dei tesori inestimabili.

Il titolo dato al pomeriggio che si è allungato verso sera: "Lo studio degli statuti comunali della Campagna papale: l'esperienza per Veroli". Il dottor poi ha riorganizzato l'Archivio Campanari.

L'ex sindaco di Veroli, Giuseppe D'Onorio, ha
proposto l'incontro di questo febbraio in un direttivo del Centro di Studi Sorani "Vincenzo
Patriarca", prima però il sindaco è cambiato e ad aprile prossimo si torna al voto nella città ernica.

Il professore Scaccia Scarafoni poi nominato dall'allora assessore D'Onorio componente della commissione, negli anni '90, per la ricognizione degli statuti antichi. Ricercatore nella Giovardiana del documento più antico, ha fatto una ricerca sui documenti della seconda metà del '300 e inizio del '400. Lo Statuto e gli statuti sono per lo studioso proprio di questo periodo.

Lo Statuto di Veroli è stato elaborato unitariamente, e il testo pervenuto a noi è corretto e con aggiunte a fine pagina o a margine. Una ricerca andata avanti con più calma e con più completezza. Ma lui, il dottor Scarafoni, si definisce rispondendo: "pedestre lettore di documenti" anche se specializzato nella Scuola Vaticana di Paleografia, diplomatica e archivistica e bibliotecario.

Poi ci sono i caratteri politici degli Statuti di Veroli. Unico comune con la votazione popolare, negli altri comuni c'era il sorteggio con un sistema di cooptazione sui nomi eleggibili. Un sistema un po' meccanico per formare il consiglio. Ma la lettura dei documenti del '300 per questa nostra zona, del Lazio Meridionale, sono di difficoltosa lettura, per alcuni studiosi.

Una seconda parte. Gli Statuti di Veroli studiati e pubblicati da Scarafoni che è "un fine umanista laureato in Giurisprudenza", una iniziativa quella odierna del Centro di Studi portata avanti con le tante altre. Anche a volte con la città di Veroli.
La materia non è delle più facile, un argomento che ha patito e patisce il punto di vista giuridico. Sono essenzialmente norme, e furono delle deliberazioni dei singoli comuni. Successivamente organizzate e messe in ordine. E così nel medioevo i libri. Come a Veroli. Gli Statuti di Veroli, quelli rimasti, una copia è del 1540 composti da 48 rubriche complessivamente. C'è una formula che ha tirato in inganno numerosi studiosi. Sono divisi in 5 libri. Alcuni studi storici danno sensibili riforme: informazioni storiche come ad esempio le riforme su il podestà, l'elezione del podestà, e altro. Nel terzo libro, ad esempio,, ci sono la politica e i crimini maggiori come il tradimento politico.

Nel quinto libro ci sono materie di carattere ambientale: come acqua, rifiuti e altro, e i rapporti di lavoro. Podestà che nel '300 provenivano da Piperno: 9 (odierna Priverno), Bologna: 2 e Parma: 1 (dove fiorivano gli studi sul diritto), Roma: 2, Ferentino: 2, Velletri: 2, Piglio: 1 Frosinone: 1, Faenza: 1, Capua: 1.

Ma non c'è stata una continuità tra l'antichità e il medioevo. Arrivano poi gli studi del professore Scaccia Scarafoni alla Vaticana con alcuni colpi di scena. Gli errori degli studiosi del passato commessi sono stati tanti. Esce così anche un signore di Veroli, podestà, di famiglia potente. A Trisulti i documenti ancora da sfogliare. La famiglia Cercia (o Bocca Cercia: una variante) aristocratica di cultura elevata con influenze nella città di Piperno. Il predominio nato nell'epoca dell'acquisto e poi proseguito con l'assalto al palazzo episcopale. Uno statuto con una situazione bipolare, possiamo dire oggi, tra signori e popolo. Nel 2006 si è attribuito che gli Statuti di Veroli sono del 1540-1541. Sui dati storici si può dire in generale: Dove sta la verità?

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